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Comune di Cosenza
Cosenza turismo:
Le origini della città risalgono al IV secolo a.C., quando il popolo bruzio fondò Cosentia (o Consentia) nella Valle del Crati, ritenuta strategica per il controllo dell'area. Il toponimo ricorderebbe il "consenso" che le altre città bruzie espressero nel riconoscerle un ruolo egemonico.[senza fonte] La città si sviluppò rapidamente e giunse ad esercitare il proprio controllo anche sulla Lucania e su quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che caddero una dopo l'altra sotto i continui attacchi dei Bruzi.
Quando il territorio venne sottomesso dai romani, Cosentia divenne un'importante statio lungo la Via Capua-Rhegium. Sotto l'impero di Augusto assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all'età tardo-imperiale. Il re dei Visigoti Alarico, dopo il sacco di Roma del 410, muore a Cosenza venendo sepolto sotto il fiume Busento.
Trasformata in ducato nel 568, nell'VIII e IX secolo la città fu prima dominio longobardo e poi bizantino, quando assunse il nome di Constantia. Violentemente contesa da saraceni e longobardi, la città fu quasi distrutta e riedificata nel 988. Oppostasi senza troppo successo all'occupazione normanna dell'XI secolo, successivamente divenne ducato degli Svevi, tra le città predilette da Federico II. In età angioina, sebbene mantenesse una certa autonomia, la città attraversò un periodo buio, attanagliata dalla miseria e dal brigantaggio. Solo nel XV secolo fu prescelta da Luigi III d'Angiò come luogo di residenza: in quegli anni Cosenza poté assurgere a fulcro del ducato di Calabria.
Nel periodo aragonese la città divenne capoluogo della Calabria Citeriore, che comprendeva grosso modo l'attuale provincia cosentina. In questo periodo nacque l'Accademia Cosentina che, soprattutto sotto la guida di Bernardino Telesio, divenne una delle principali istituzioni culturali dell'Italia Medidionale. Il XVI secolo vide un impressionante fioritura umanistica e segnò per Cosenza una rinascita intellettuale: in quegli anni la città ottenne l'appellativo di "Atene della Calabria".
Durante l'età napoleonica la città fu contrassegnata da un orientamento anticlericale e libertario, di matrice fortemente antiborbonica. Con la Restaurazione non mancarono le iniziative liberali e patriottiche che culminarono con la rivolta del 15 marzo 1844. Ad essa si ispirarono i Fratelli Bandiera che, a capo di un gruppo di repubblicani veneziani, cercarono di aiutare i "fratelli calabresi" ad emanciparsi dal giogo borbonico.
Interessata in epoca fascista da un ampio processo di riqualificazione ed espansione urbana, la città patì i ripetuti bombardamenti della seconda guerra mondiale. L'incontrollata espansione edilizia connotò anche il secondo dopoguerra, egemonizzato da classi dirigenti democristiane cui si affiancarono in un secondo tempo i socialisti. Nel 1971 la popolazione residente superò i 100.000 abitanti, contro gli appena 57.000 di venti anni prima: furono quelli anni di abbandono del centro storico cittadino in favore di periferie urbane, spesso prive di servizi. Negli anni successivi Cosenza ha visto un repentino calo della popolazione, a vantaggio dei comuni della cintura urbana.
Tratto da: wikipedia
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